In principio ci fu anche una fake news. Il tema per la Gmcs 2018

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“Ho scelto questo tema per la Giornata della Comunicazione 2018: La Verità vi farà liberi (Gv 8,32). Notizie false e giornalismo di pace”. Con questo tweet Papa Francesco, come ogni anno, nella festa dei Santi Arcangeli comunica il tema della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. È l’unica giornata mondiale a essere organizzata dalla Chiesa, prima di tutto, con la pubblicazione del titolo del messaggio, che viene reso noto nella festa degli Arcangeli; il messaggio poi viene reso pubblico il 24 Gennaio (memoria di San Francesco di Sales) e nella solennità dell’Ascensione (13 Maggio 2018) la celebrazione della Giornata. Questa scelta di programmazione evidenzia quanto per la Chiesa sia importante la comunicazione. La Chiesa è, infatti, evento di comunicazione.

APP_BibbiaIl riferimento biblico

“La verità vi farà liberi”. Il Santo Padre sceglie questo versetto dal Vangelo Secondo Giovanni (Gv 8,32) come fondamento per le nostre riflessioni. In continuità con il capitolo 7, il capitolo 8 è caratterizzato da incomprensioni e contrasti tra Gesù e il giudaismo. Incomprensioni e contrasti derivati, appunto, dall’assenza di verità, dalla mancanza di accoglienza della verità, forse dall’imbroglio di false notizie sulla persona di Gesù. Il cap. 8, infatti, mira a mettere in evidenzia chi sia veramente Gesù, qual è la verità su di Lui. Nel leggerlo traspare che l’orgoglio e la mal convinzione possono chiudere gli occhi alla realtà. I giudei, infatti, orgogliosi di avere per padre Abramo e Dio sono ciechi di fronte al Figlio di Dio. Le false notizie, le fake news, ci rendono schiavi, tolgono la libertàChissà quante fake news riempiono la nostra religiosità e inquinano la fede chiudendola alla Verità. La verità, anche se fa male, rende liberi. Occorre cercare bene sempre le verità delle cose. Non si può vivere la fede se a fondamento ci sono mezze verità. Non si può vivere in pace e in libertà se attorno a noi regnano le falsità.

Le cose che comunichiamo, i contenuti che postiamo sui nostri social network, se non nascono liberamente dal proprio cuore, cioè se non sono frutto di un desiderio di condivisione, rischiano di rivelarsi come parole false, parole che non produrranno nulla in chi le ascolterà.

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Cosa sono le fake news per la Chiesa

La nota della Segreteria della Comunicazione dice che: si tratta di una distorsione spesso strumentale dei fatti, con possibili ripercussioni sul piano dei comportamenti individuali e collettivi. Le parole di Mons. E. D. Viganò, intervistato da Alessandro Gisotti (Radio Vaticana), credo che aiutano a capire bene cosa siano queste fake news, tanta antiche quanto l’uomo: proviamo a pensare alla domanda o all’affermazione del male, del serpente nel Giardino dell’Eden che dice “se mangerete questo frutto sarete come Dio. Questa è una fake news, perché loro erano già creati a immagine e somiglianza di Dio! Quindi, la fake news è una notizia verosimile ma non verificata, ed è proprio per questo che è pericolosa, perché non si manifesta immediatamente come qualcosa di distante dalla verità. 

16711849_10155134480211151_400124878665091040_nLa Chiesa riflette quello che c’è nella società

La Chiesa ha scelto di riflettere su un fenomeno dibattuto dalla società. La Chiesa ascolta la società, e sceglie di avviare la sua riflessione sulla comunicazione a partire da ciò che c’è nella società. La nota della Segreteria della Comunicazione dice che: in un contesto in cui le aziende di riferimento del social web e il mondo delle istituzioni e della politica hanno iniziato ad affrontare questo fenomeno, anche la Chiesa vuole offrire un contributo proponendo una riflessione sulle cause, sulle logiche e sulle conseguenze della disinformazione nei media e aiutando alla promozione di un giornalismo professionale, che cerca sempre la verità, e perciò un giornalismo di pace che promuova la comprensione tra le persone. Oggi, per fare comunicazione occorre avere i piedi ben piantati a terra, conoscere le dinamiche della società e tra queste in particolare le dinamiche culturali dei media digitali.

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La Chiesa ha fiducia nei giornalisti e ritiene prezioso il loro lavoro

Quest’anno preparare la Giornata mondiale delle comunicazioni significherà avviare concrete attività e iniziative con i giornalisti. Mons. Viganò, in una sua intervista (Radio Vaticana), offre già alcune linee al mondo del giornalismo.

1) Di fronte le fake news non servono particolari leggi, ce ne sono già abbastanza, bisogna invece verificare le fonti. Il mondo dei giornalisti professionisti ha già molti codici, molte regole e – appunto – uno è professionista quando cerca di fare la propria professione seguendo queste regole.

2) Servono giornalisti che scrivono perché pensano: scrivere ciò che uno realmente pensa perché ovviamente l’oggettività non esiste, ma esiste quella modalità soggettiva di comprendere i fatti nella consapevolezza e nella coscienza certa. Quindi io scrivo esattamente ciò che ritengo essere quel fatto e non scrivo ciò che altri mi chiedono di scrivere su quel fatto. Questo credo che sia uno degli elementi propri della professionalità di un giornalista.

3) Se vuoi fare il giornalista ti devi aggiornare: le dinamiche e le logiche digitali stanno cambiando il modo di fare giornalismo. Per Mons. Vigano serve urgentemente cominciare a pensare a una formalizzazione della figura del giornalista in Rete.

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La Chiesa, i giornalisti, imparino dai giovani

Mons. Viganò ci ricorda che il mondo giovanile, che noi riteniamo essere infatuato dai media digitali, sa più intuitivamente capire se si è di fronte a una fake news o no. Se l’adulto vuole diventare protagonista della Rete, impari qualcosa dai giovani.

14022314_10209734213661716_1603943626631951832_nNon ha senso contrapporre social media e vecchi media

Le fake news – evidenzia Viganò – sono sempre esistite anche nella carta stampata. Le fake news non nascono con i social network, per esempio la carta stampata, pensando che nella carta stampata ci siano solo professionisti e nel mondo dei social ci siano invece degli imbonitori improvvisati, perché le “fake news” ci sono sia sulla carta stampata sia nel mondo dei social.

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Il problema è umano e non tecnologico

Massimiliano Padula, presidente Aiart, sottolinea che quando parliamo di media e di comunicazione stiamo parlando di noi stessi. Per togliere di mezzo le fake news bisogna cominciare a recuperare e affermare – nello scenario digitale – le categorie umane che ci rendono donne e uomini liberi e responsabili. Per Padula, il Papa sembra esortarci a essere noi i primi media costruttori di verità attraverso quello che pubblichiamo e condividiamo.

20953772_625952800927014_7986168826969070311_nCi rendiamo conto che anche la Chiesa è mediale?

Fake news o no il problema vero è che viviamo, siamo immersi, dentro una condizione mediale. Ogni cosa che facciamo e che sperimentiamo è mediata da qualcuno o da qualcosa. Nella Chiesa tutto è mediato, anzi è grazie alla “dinamica mediale” che esiste la Chiesa: Parola di Dio, Sacramenti, Carità. Non possediamo nulla, tra le mani teniamo solo realtà mediate. Le false notizie esistono proprio perché la realtà è mediata. Ecco perché diventa urgente cominciare a educarci a questa condizione mediale.

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La Giornata Mondiale per le Comunicazioni Sociali: è l’unica giornata mondiale pensata e istituita dal Concilio Vaticano II. Sono tre i motivi per cui la Chiesa la celebra: 1) per riflettere e verificare la sua situazione comunicativa; 2) per invitare a sostenere con la preghiera l’intera pastorale della comunicazione; 3) per cooperare in questo fondamentale impegno pastoraleIl direttorio suggerisce di valorizzarla e di organizzarla in tempo così da coinvolgere ogni realtà ecclesiale. In quest’anno pastorale 2017-2018 la celebreremo domenica 13 Maggio 2018, solennità dell’Ascensione del Signore.

 

Don Alessandro Palermo (amandil5)

2 pensieri su “In principio ci fu anche una fake news. Il tema per la Gmcs 2018

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